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mercoledì 1 aprile 2015

Forti





Pochi giorni fa arrivo giusto appena al verdetto di un match di kick boxing a pieno contatto tra over 40, anzi, conoscendo uno dei due contendenti, credo abbia avuto luogo un incontro tra cinquantenni.
Pugni al viso, calci al corpo e sulle cosce li ho provati nella mia pratica passata,  nella palestra di Mimmo Falconi.
Altro discorso per quello che avviene in una competizione ufficiale, mazzate che mirano ad abbattere l'avversario, al pari del boscaiolo alle prese con il suo albero.
Guerrieri pronti a farsi male ed accentuare così, i malanni già presenti.
Lontani dall'essere personcine comuni, pazzi nel cuore di certo, contusi sul corpo se va bene.

L'autocertificazione della forza riesce sempre a strappare sorrisi e commenti inopportuni:
il definirsi "forti" da soli per autoreferenza, o  sperare di esserlo in una vita futura, suona di poca credibilità.
La forza non la si dice, la si mostra quando serve, come sul ring, nella vita.

Ancora  alla ricerca di una bella dose di coraggio per un tuffo a fianco di uno squalo,
senza alcun talento per calme e silenti meditazioni, mi rigenero in un posto che è diventato il mio piccolo tempio.
Qui recupero forza ed energia, anche se, nella serata di ieri il mio allenamento era simile a quello di una lumaca, perfino le tre riprese di corda da due minuti erano a metano, ecologiche ma lente.


Non vi è niente di più forte della gentilezza e niente di più gentile della vera forza.











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