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mercoledì 31 ottobre 2018

Tendenza fuori tempo

Una attuale conversazione da tastiera telefonica è stata rievocazione di quello che i nostri ambienti sono da sempre: due montanti sinistri assestati al fegato, un gancio destro schiantato sull'arcata costale sinistra.
Con emozioni fin troppo impegnative, ricordo le giornate  alla Pugilistica Rosetana, con il nostro Maestro, a volte in borghese, altre maestoso in tuta bianca e noi, i suoi ragazzi, nelle tenute più svariate, chi con calzini diversi, qualcuno con la maglia termica delle forze armate, di quelle color panna, le tute ridotte a brandelli a causa delle continue sedute di sudori e sofferenze.
A  prima vista senza mare, lo scenario potrebbe sembrare un inno alla povertà ed alla sciatteria, un concentrato di emarginati con fissa dimora in una Palestra di Pugilato.
In questi posti fortemente anacronistici, la divisa, eccetto rare eccezioni, non ha un ruolo di importanza, anzi, non ha proprio ruolo.





Questo è storia da sempre e per sempre, difficile, quasi impossibile da capire a chi non ha avuto l'educazione da pugile.
La "divisa" stropicciata e la toppa non sono mai stati motivo di imbarazzo o poca galanteria, perché di lì a poco, dopo una doccia, o comunque fuori dal luogo degli allenamenti, si scoprono degli esseri con passioni di letture e musiche da stendere perfino l'intellettuale più ostento ostico e spocchioso.
E poi, raramente, credo mai, i ragazzi cresciuti nelle culle della Nobile Arte, soccombono per il caldo o per il freddo, ci si abitua a tutto, qui non occorre il massaggiatore per un crampo, si risolve in fiero silenzio.
Chi può gettare la spugna è solo il Maestro e se decide di farlo, lo fa per il bene del suo ragazzo, perché sa che il pugile, lui non getterebbe mai la spugna, a costo di incontrare la morte nei guantoni, al pari del marinaio che non abbandona la sua amata barca, o il soldato che non lascia indietro i suoi compagni.
E' un romanticismo con tanti strappi e romantiche pezze al culo, in totale disinteresse riguardo moda del momento ma anche di quella passata e futura, nella considerazione che l'abito non fa il monaco, ma che i modi fanno il guerriero odierno, anche in una lurida maglietta logora, con dentro un bel contenuto, senza aiuto alcuno da parte del nutrizionista.


"Non vinco, non perdo, ma combatto sempre".
(Cuore Alto)