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martedì 14 novembre 2017

Tuffo con la Tartaruga Messenica




"Meglio non andare a pesca... Abbiamo bevuto troppa birra e potremmo fare cose di cui pentirci."
"Hai ragione."
Armato di due fucili arbalete, senza una cazzo di fotocamera che di solito ho sempre con me, (quella attuale, acquistata su internet ad un prezzo ridicolo per foto bruttissime lasciata di proposito), con l'intenzione di fare stragi di polpi e pesci, esco all'alba del mio primo lunedì ellenico e mi tuffo nel posto indicatomi da mio cugino. L'acqua è profonda da subito, limpida e cristallina, popolata da numerosi pesci pappagallo e da tanti altri pescioni tra cui, forse, riesco a scorgere qualche leccia stellata o non so quale altro pinnuto.
Dopo le prime timide discese sui  sette e dieci metri, riesco a mettere sotto tiro qualche bel pescione, eppure esito, forse per i colori, forse per il fatto che i miei figli da me si aspettano polpi a prescindere.
Ad un tratto ho la sensazione di essere osservato da qualcuno o qualcosa, viro verso destra e felice come un bambino quando scarta un regalo inaspettato, inizio la mia prima pinneggiata con una bellissima quanto enorme tartaruga, riesco anche ad avvicinarmi e fare qualche metro al suo fianco, poi, riprende il largo e per un po' la seguo, fino ad mio saluto cui giustamente alla tarta può interessare come  interessa ad uno studente delle scuole superiori l'elezione al trono di Goffredo Di Buglione.
 Soddisfatto del tuffo come ad avere vinto un titolo mondiale riunificato dei pesi welter, sì col cavolo, attualmente credo di essere un mediomassimo grazie ai miei prodigi a tavola, comunque euforico per quello che ho visto e per il significato attribuito dai nativi americani a questo brutto e simpatico rettile dotato di camper: la Madre primordiale.
Aldilà della simbologia e dei significati più o meno fascinosi, ancora una volta, sono a ribadire, che la noble art, disciplina sciatta, bistrattata, adattabile come poche, riesce a donare a chi la pratica, dei nasi osceni e zigomi inguardabili per una vita sociale normale e una forse utile, dote caratteriale, che è quella che ci fa tuffare in "quel mollare mai sempre", perché la vita è troppo breve per essere vissuta sul balcone a guardare gli altri navigare sul quadrato.




   La Messenia in passato, è stata sotto il completo dominio spartano.

sabato 11 novembre 2017

Quattro sedie sopra un caffè


Non credo che il gentil sesso sia attratto dai muscoli di pacifici camminatori, anche se zerbini servili, docili e facilmente addestrabili; qualche strano senso mi fa pensare che abbiano qualche interesse in più verso corpi felini, avvolti da muscoli non addomesticati, che al bisogno sono in grado di far percepire protezione come richiesto dagli istinti primordiali.
Così come una donna donna che mostra troppo i muscoli, probabilmente spaventa la maggior parte degli uomini e ne disgusta altrettanti.
Chi, senza coscienza alcuna segue il blog, ha già capito che non qui non si trattano bicipiti e sederi pompati e scolpiti, ma solo degli atavici istinti perduti degli ominidi e dei muscoli delle loro anime tecnologiche.




Fine anni 90, pianeta blu.
Per un periodo indefinito ho avuto un buon gioco di gambe, (sì lo so, sono ripetitivo), anche non allenate, rispondevano al volo ai comandi.
Il mio amico e coinquilino, ammaliato dai miei racconti, armato di tuta e buona volontà, è venuto ad allenarsi con me in un paio di palestre di pugilato e in diverse occasioni mi ha visto prenderle.
In seguito abbiamo ben pensato, visto l'immenso soggiorno del nostro appartamento, di attrezzare un'area per gli allenamenti, compreso un ring, composto da 4 sedie come angoli, corde e varie a delimitare il quadrato.
In quei giorni, tra  bellissime ed eccessive cene, abbiamo alternato sedute di sparring fatto in casa come gli gnocchi, a corse con spettacolari allunghi verso l'aperitivo del momento.
Intanto il corpo di Vito si asciugava tendendo al felino e lui, fiero, aveva iniziato a  mescolare insalatoni e petti di pollo.
Ai guanti (sparring) casalinghi, erano più le volte che uscivo senza aver preso neanche un colpo, d'altronde, il mio giovane amico non era un esperto pugilatore ed io ero ancora magro e scattante.
Con il passare delle sedute, come in un videogioco, riusciva sempre più spesso ad assestarmi dei  colpi e per questo esultava felice.
In quel posto si sono alternate diverse figure,per fortuna senza passione alcuna per la boxe, trasformatesi in eterne amicizie, tra cui il giovane saggio, sempre pronto ad ascoltare, sempre pronto ad un sorriso.
Andavano e venivano, per cene o per un caffè, occhi blu, ghigo, lu, vallo, ezlsa e il folletto.
Quest'ultimo,dopo grandi allenamenti al crossfit, ha dovuto superare altri limiti.
Pochi giorni fa, dolorante alla schiena, un'atleta del crossfit, ha ben pensato di allenarsi con la sua disciplina per porre rimedio ai suoi malanni, con il risultato di trasformare il suo nervo sciatico in un cugino stretto di kamikaze e peggiorare il tutto in maniera esplosiva.
Lo affermo da sempre che non possono essere tutti guerrieri, poiché probabilmente non ci sarebbero più guerre e per salire sul quel ring, occorrono insane doti che meglio essere spettatori.