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mercoledì 11 aprile 2018

Nova Boxe Torogi

La corsa insegna l'arte della sofferenza a chi la pratica, dalle prime battute, tenere il ritmo senza fermarsi non è facile come potrebbe sembrare, quando a correre sono gli altri.
Ad un certo punto  i guantoni iniziano ad emanare i loro cattivi odori e se non sono stati usati solo per il sacco e le figure, si impara a giocare e stringere un legame fraterno con la sofferenza stessa.
Al di là del lato in apparenza drammatico, vi è una parte guascona che sfuma con tratti introversi: le attitudini create dalla nobile arte, o forse, estrapolate da essa, qui diventa troppo filosofica, riescono a creare fusioni di colori e stili caratteriali degni di un'opera d'arte.
Le nostre pugilistiche hanno sfornato e sfornano ancora ragazzi talentuosi impregnati di sogni fino al midollo; lo scrivente ha una stima particolare per quel "Daddà", entrato per caso come tanti, attualmente punta di diamante e riferimento per i sogni sulle 4 corde.
Eppure, senza nulla togliere al lato agonistico della pratica, che, spietato in alcuni frangenti, si rivela educativo come pochi per gli aspiranti più giovani, compresi senza svendite anche quelli degli anta.
Frase fatta, penserà qualcuno, giusto per portare più acqua al proprio mulino, semmai birra, ma la storia è un'altra e non è semplice spiegarla, bisognerebbe esserci.
Quella donna si è abituata alle bizzarrie del compagno, il tuffo in mare in piena sinusite febbrile, il lavoro in notturna con 39,8 di temperatura e il sistema immunitario che due giorni dopo  manda le dimissioni, i turni di lavoro con il collare cervicale in 40 giorni di prognosi: routine.
Eppure, la corsa in campagna, diverte, nonostante la paura dei randagi che sono comunque meno spaventosi delle platee che superano le tre unità, quando si è dalla parte degli oratori e la secchezza delle fauci non passa nonostante acqua e mentine.
Abbiamo altri profili ben più interessanti, con alte tonalità di colori, quello dello scrivente è un atto dovuto, oltre che più semplice da mettere su pagine digitali.
Il denominatore comune è la battaglia contro noi stessi nei limiti, affini, cugini e parenti tutti, senza mai dimenticare  sorrisi da mostrare alla paura in elegante gioco di gambe.