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mercoledì 21 dicembre 2016

Tre punti di sutura in 5 metri di sole abbagliante


Sette minuti di attesa.
Le percezioni soggettive sono così varie quanto affascinanti e pittoresche, romanzate in situazioni e orizzonti infiniti.
Vorrei sentire i racconti degli avversari di Mike Tyson che sono rimasti in piedi, ogni ripresa da tre minuti ripetuta per dodici volte.
Una tortura, un calvario nel terrore di buscarle per bene e fare forse, una bruttissima fine, con la consolazione di una pensione di invalidità permanente con cui pagare badanti e presidi per deambulare.
Ma per favore, milioni di dollari in pochi minuti, per fuggire o far finta di fare il match.
Tre punti di sutura in regione mentoniera, un dramma apocalittico con piccoli torrenti di sangue.
In realtà, l'apparenza, non inganna, le ferite lacero contuse, sono una bella, breve e dolente  scocciatura, occorre sempre una buona dose di coraggio per farsi ricucire.
Il bello è che finisce lì, a volte, ancora più velocemente di come è iniziata.
Il dolore di una perdita, forse ha ben poche descrizioni, essendo sempre e comunque per definizione un sintomo soggettivo, spazia in varie soglie.
Ogni uomo ha una sua deglutizione.

Cinque metri in apnea sotto il mare quasi una passeggiata, per qualcuno non vi è neanche il bisogno di compensare a questa profondità.
In quei  metri, un patto impossibile da proporre al cuore,  i numerosi round, disumani, tanti più delle 15 vecchie riprese di un titolo mondiale, portano a nessun risultato.
Non vi è spazio per i mea culpa, non vi sono giustificazioni per la paura, bisogna solo prenderne atto e interrompere l'incontro.








giovedì 27 ottobre 2016

Il Ring in mezzo al mare






Convinto che avesse solo dieci anni più di me, quando ho scoperto che in realtà erano 13, quasi andavo K.O tecnico emotivo sulla sabbia, in quella fresca e ventosa serata estiva.
Eravamo agli allenamenti al mare, a fare vasche sul bagnasciuga verso il porto, al molo sud.
Mentre io organizzavo e improvvisavo esercizi e circuiti infernali, con vista mare e tramonto,  lui ha dedicato l'intera lezione ai neofiti, arrivati ad allenamento iniziato.
La settimana precedente, aveva fatto qualche ripresa con un pugile agonista della nazionale italiana, sempre sul mare, in una palestra insolita, delimitata solo dall'orizzonte.
Un ring sul mare giuliese, uno di quelli regolamentari, di cui non ricordo mai le misure, posto direttamente sul blu, con noi sopra a fare i guanti con birre al tramonto come premio.
Spesso, vi è la convinzione che i migliori maestri sportivi siano quelli con un passato da campioni, ricchi di coppe e medaglie e targhe appese in palestra o in ufficio.
Mi piace credere che la passione, unita alla capacità di trasmettere la conoscenza, con i sogni e le stelle, sia la migliore dote che possa avere un maestro.
Il difficile del talento è  dare l'esempio, come sostengo da sempre, "facile" essere campioni a vent'anni, poi, con qualche anno in più, i passaggi si complicano.
Nessuno si senta sminuito, tantomeno i valorosi della noble art, il sacrificio che affrontano, spesso è indescrivibile, affascinate e gradevole solo nella finzione dei film.
Eppure, resto incantato, come i bambini alle storie surreali, quando vedo un cinquantaseienne che si allena meglio di un ventenne, di un quarantasettenne che guarda le sigarette, vince lui e si spara 12 km di corsa, poi ancora, di quel ragazzo troppo giovane per le conoscenze che ha del mare e dei suoi abitanti.
Stasera mi chiedo da che parte sarà l'ingresso del ring.
Lo vedo bene in un ponticello del molo sud, per scendere poi attraverso le scalette del quadrato, con ultimo avversario un feroce squalo di cui faremo braciole grigliate.





Durante una corsa estiva,  CuoreAlto, ha preso a girare tutto intorno ad un vigile in servizio, noi al seguito, per goliardia, ma con rispetto sempre.
Poi in pochi, compatti in squadra durante gli allunghi, in pochi abbiamo capito lo spirito di quelle serate, il più veloce rallenta, il più lento accelera, a formare uno non so di cosa, ma uno e basta, in una disciplina che potrebbe sembrare individuale e solitaria a prescindere.

A 56474328 anni non sogniamo di essere, saremo quello che non siamo mai stati.








lunedì 17 ottobre 2016

Il lombrico combattente fuggito dal negozio di esche

E quel giorno, in quel ufficio, si levò un urlo, il cui intento era quello di squarciare una porzione di cielo e con po' di fortuna, di rimbalzo, alzare qualche onda, tanto da spaventare anche gli impassibili squalotti.
Ogni giorno una nuova bizzarria, una nuova trovata.
Per incutere più timore si qualificò come pugilatore, che in realtà non era mai stato, probabilmente neanche nei suoi sogni a sospetta pertinenza culinaria.
Dolori esagerati, fitte e fettine panate, per concludere in un teatrino ridicolo e patetico.
Non vi era nulla che non andasse, se non la sua fibra interna mai sfoderata.
Agli squalotti era concesso, si fa per dire, solo un borbottio in alto mare e nulla più, senonché con un giro elegante e sapientemente respirato, uno di essi smascherò la sua natura pavida, mettendo fine a quella farsa originale, ma solo per il coinvolgimento forzato della noble art.
Il dispiacere rimase, era stata chiamata in causa un'arte che nulla aveva da spartire in quel contesto, già bistrattata, ghettizzata, relegata anche più lontano del cassetto dei sogni.
Per carità, che nessuno abbia affermato che siano scuole per aspiranti Santi, anzi, gli ambienti di contorno hanno gusti che più corrotti non si può, eppure, nella parte essenziale, dove si modellano i pugilatori, la lealtà e il coraggio sono vere.



La sua ala non era rotta, solo fratturata dissero e il calabrone bevitore di vino la portò in salvo.


venerdì 30 settembre 2016

Destroide







Il confronto nel Pugilato è un momento importante, evitarlo equivale alla sconfitta di se stessi.
Forse.
Non dobbiamo essere per forza tutti mangiatori di pugni, ma certo è, che resta indigesto il solo guardare uomini cui starebbe bene una quarta di reggiseno. Anche una terza farebbe la sua porca figura.
Ad oggi, i social network permettono a tanti, troppi, di spacciarsi per guerrieri senza alcuna macchia,  neanche quella di caffè sulla camicia appena stirata.
Mars mi richiama mentre camminiamo, "scrivi soltanto le cose belle, metti da parte rabbia e delusioni."
" Sei troppo destroide, chi non ti conosce potrebbe scambiarti per un invasato di destra."
Io sono di destra da sempre, magari l'avrò saputo tardi,  non di quella politica ovviamente, troppi camerati da tastiera.
La destra è la disciplina che cerco di imporre alla mia persona, senza prendermi troppo sul serio, ma se un uomo vale quanto la sua parola, i conti, a volte tornano.
La rivoluzioni sono quelle dei guerrieri, quasi mai dei soldati e se per sovversivi qualcuno intende a violente codardie, è fuori zona.
Così come la  differenza tra soldati e guerrieri di cui sopra, diversa è la motivazione di chi, per obbligo, gode delle albe più belle e chi, senza forzatura alcuna, se non quella delle privazione puramente personale, delle proprie ore di sonno, cerca l'alba ogni volta che può.
Non è poi così importante saper nuotare, salvo poi, scoprire che il non imparare questa arte, sarebbe causa di acidule frustrazioni.

Una guardia pugilistica impostata male dall'inizio, sarebbe causa di molti mali, tradotti in pugni presi in bocca in quantità eccessive.
Così come, non tornano i conti quando ad un bambino piace più mangiare che giocare e se poi, il suo gioco è quello dei rettangoli che hanno mille giochi dentro,  allora, cerco la destra o un bel destro da piazzare alle  schiavizzazioni endemiche.









"Anche io avrei voluto essere il tuo compagno di banco..."
Ti prego, papà, non aggiungere altro."



martedì 27 settembre 2016

Il pugile sul tatami

Se la logica dovesse vincere la boxe soccomberebbe.
Non ci sarebbe  neanche più il panino con il prosciutto cotto e burro in piena estate, il vino in eccesso avrebbe altri effetti e la frittella prenderebbe il posto di un bicchiere d'acqua.



 












Ghigo e Tup consigliano  di non perder tempo nelle spiegazioni a chi ignora per sua volontà.
Spigolare, puntualizzare e spiegazioni illecite, richiedono  troppe energie.
Esistono categorie di umani cui quando accade qualcosa di avverso, a prescindere, è sempre più grave o importante di quello che accade al resto del mondo.
Non si tratta solo di egocentrismo, è pura ansia che trasforma ogni particella in pianeta abitabile con nuove fonti di energie rinnovabili.
Spesso, un singolo concetto ha già la risposta dentro.
La differenza tra una frattura composta ed una scomposta è già nella frase stessa, non serve aggiungere altro.
La differenza tra un pugile ed una ballerina è che la ballerina avrà i suoi connotati per la maggior parte della sua vita se tutto va bene, tra i dolori degli allenamenti e delle estensioni forzate, le dita dei piedi quasi fossero messe a macerare, il faccino, bello o brutto che esso sia, difficilmente subirà grossi traumi.
A tal proposito, volevo ribadire ai detrattori della Noble Art, che, al contrario della danza, le dita dei piedi dei pugili, non saranno mai sottoposte a traumatismi importanti e resteranno  integre.
A volte, sono costretto ad essere criptico e cambiare argomento con una tirata di freno a mano, per evitare qualsiasi tipo di violazione.
E comunque, ogni situazione non è reale ed è inventata nel corso delle notti che verranno.

Una mattina venne quel ragazzo accompagnato dalla madre, la prima impressione è stata da mammocero incallito, (leggi mammone), tanto era pulito il suo viso.
"Non volevo assolutamente.... Erano ubriachi e avevano bastoni di legno, erano in cinque e ne ho stesi tre, sono un Pugile."






martedì 6 settembre 2016

70 minuti


Ho imparato a nuotare nel Mar Ionio che bagna la Messenia, nel Peloponneso, grazie a mio zio, che ha avviato al nuoto me ed i miei cugini grazie al suo essere severo e simpatico allo stesso tempo, donatore di sicurezza e scaccia paure come pochi.
Dall'educazione che ho ricevuto, ho imparato che ci si può permettere la critica solo quando si è bravi almeno a metà nell'argomento del disappunto.




Prima ripresa.
Il match che vorrei vedere sarebbe quello tra il mare e la montagna.
Io tifo sporco per il mare, ma la montagna, non cederà un passo.
Certo che a subire l'insulto senza cognizione di causa è dura da metabolizzare, il ceffone educativo fa capolino e il bufaloneurone si trattiene a stento.
Merdocan è una nuova razza canina che abbaia per nulla, per nessun motivo sensato, se non quello, di appartenere a razze di taglia piccola.
In altra sponda, senza mancar di rispetto, sorridiamo ai dentisti più svariate ed eventuali figure e figurine, convinte di esser operatori d'emergenza e l'equilibrio ha il suo ritorno.
Quella sera, avevamo perso la parola, eppure non siamo nuovi a serate del genere.
Anche la fatica ha avuto il suo ruolo da primadonna, la mia mano destra era più che dolorante, a tratti addormentata, una strana cefalea che stentava ad abbandonarmi.
Elicabav, provato nell'animo e nel corpo, mi ha preso una bottiglietta d'acqua fresca,
Più del possibile era stato fatto, o forse no, a me sembra sempre poco quando perdiamo. Sembrava fossimo usciti da una sauna, tanto eravamo zuppi.
Un  innocente, fin troppo giovane e disperato abbraccio  mi è rimasto.
Pausa di  sessanta secondi all'angolo. Angolo blu.



Se altri occhi avessero visto, se altre braccia, gambe e schiene avessero affrontato quei posti, ora ci sarebbero tante rinunce per quelle offerte di lavoro per aspiranti supereroi.
E i saggi, quelli resterebbero in silenzio.
Ultima ripresa
Capricci e piacevoli ribellioni una sera alla Boxe tortoretana, poi i saluti, gli abbracci, le richieste di tornare.
E poi, una sera mi ritrovo a fare guanti con un giovane stronzo, che appena può lancia delle bordate incredibili. eppure, il suo stile, nonostante la giovane età, era scarso, il suo pugilato brutto da vedere.
Altra sera, nella Palestra più bella del Mondo mi ritrovo con l'amico dello stronzo.
ovviamente stronzo al quadrato.
Gli spiego che è un turno per amatori e che comunque, anche se ci fossero stati campioni, durante la lezione degli amatori, i guanti, leggi sparring, si fanno in scioltezza e basta.
Ecco la conferma della potenza matematica.
Bordate da ultima ripresa con sorriso falso d'autore, finché mi sfilo il paradenti e chiedo se volesse una ginocchiata in bocca.
va via senza aspettare il turno agonisti.
Noi, siamo di altra pasta, io preferisco quella asciutta.
Al momento non posso permettermi uno sparring a pieno contatto,  per mancanza di allenamento, ma soprattutto per nuove disposizioni della mia colonna cervicale, pare che il mio nuovo assetto posturale non sia a norma.
A tal proposito, poche sere fa, l'eterno ragazzo cubano, mi ha ricordato gli sparring di kick senza caschetti... Altre colonne.
Sorrido.

Non sapeva camminare, ha imparato prima a correre.

"Quando ho smesso di fumare correvo 12 km tre volte la settimana, poi guardavo le sigarette e gli dicevo: vinco io."
Roberto







Il Cartaginese viaggiatore di Grecia

"Vado in Grecia perché ritrovo sensazioni che provavo da bambino".




La sua voce profonda, anche nello scazzo, mi piace, è pervasa di un fascinoso cinismo a volte, altre, da simpatica e cruda onestà.

Esiste una sorta di nuovo gioco di rimbalzo, di tennis non quello da spiaggia, ma di bidoni e responsabilità  da rifilare al prossimo,al collega, sottoposto o superiore che sia, a volte, si gioca anche tra amici fraterni.
Alcuni si elevano data la troppa mediocrità, altri si elevano e basta.
Gli eroi esistono, hanno varie divise e colori, neanche bellissime in vero, a volte sgualcite, diverse dalle aspettative che si hanno della divisa.
Se la dignità venisse misurata con la soglia del dolore, ne resterebbe ben poca in giro, spesso percezioni alterate vincono per k.o alla prima ripresa sul senso logico, la dignità preferisce disertare il match.
 Un paio di settimane fa, per la prima volta, ho mangiato un hamburger in panino  con carne di canguro.
Il giorno dopo, avrei sperato di essere più elastico e scattante, forse, avrei dovuto mangiare carne di codardo, ne vedo qualcuno che corre una meraviglia senza eseguire nessun tipo di allenamento.

Spesso arriva al lavoro con graffi e tumefazioni al viso, in genere fa cinque o sei riprese di "guanti"con gli agonisti.
Quando l'ho conosciuto pensavo fosse un "favorito" della palestra, con guanti  controllati se non pilotati per via della professione medica, che qualcuno ancora vede come pratica dell'Olimpo.
A 58 anni suonati, con un elegante savoir faire  riconducibile all'ambient del cazzotto, il ragazzo in questione, non si risparmia dal dare e prendere pugni con gente che sul ring ha  ritmi molto pericolosi ed età un attimino più agevolate per tali pratiche.
In genere, l'agonista, ha un solo pensiero: allenarsi per vincere e dare il meglio.
L'amatore ha le battaglie della giornata che contribuiscono a zavorrare sogni e cassetti, le età e le notti insonni a complicare il tutto.
Certo, la pratica del golf, seppur di precisione, sarebbe un tantino più semplice, ma la Noble Art ha un altro valore, non è per tutti.
Tutti, oramai, possono allenarsi nelle palestre di Pugilato, non tutti possono essere in Pugili.
Intanto, con un piacevole mal di Grecia naviga per  isole elleniche, in quei sapori e colori a me tanto cari.
Insieme per un viaggio obbligato verso Cesena,  mi sono piacevolmente lasciato all'ascolto della storia della lettera nascosta in una piccola scatola.
Fuori i secondi.








domenica 15 maggio 2016

Posture Feline

Un ruffiano inconsapevole è meno colpevole di un Don Abbondio ambizioso senza romanzo, ma pur sempre ruffiano resta.
Tra un jab ed un uomo che ambisce ad essere primadonna, da temere il secondo, molto più arzigogolato e difficilmente arginabile.
Gli squali non hanno avuto grandi evoluzioni, dicono gli esperti perché non ne hanno bisogno, sono più che funzionali così come sono; la loro chimica, insieme al loro istinto ha un qualcosa di magico, o di magnetico, che mi affascina all'inverosimile.
Il buio, poi la luce.
Nella frenesia più totale, con tanto di rompicoglioni costante ed assillante da uno strategico fuoricampo,  mantiene le sue posture sinuose, accenna sorrisi e con fredda eleganza continua la sua opera.
Di una semplicità disarmante, ma che dico, i grandi, da sempre, non hanno bisogno di mostrare nulla, forse per questo la semplicità non impostata va a segno, a volte nell'anima, più di una recita ben studiata.
Il felino è bello da vedere,  dosa i suoi passi, poggia le sue zampe così come farebbe una ballerina, durante gli agguati, affina le posture ed esegue movenze spettacolari.
Ad essere spettatori, avvoltoi, egocentrici ruffiani, o viaggiatori indifferenti, sarebbe più facile.
Sensibilità e soglia di attenzione pronta alle catture, portano grandi emozioni nelle cose più semplici.
L'incanto di guardare chi sa fare bene il suo lavoro con il gusto di farlo, rendendo il lavoro stesso più speciale di quello che già è.
Qui, i sogni, sono già divenuti realtà ed il movente non è altro che la passione.
Diversi avversari di Mike Tyson, all'epoca, andarono a sfidarlo solo perché avevano il movente della giornata di paga milionaria, anche se non priva di rischi; alcuni  hanno mostrato i loro intenti in pochi secondi, accrescendo la fama del Marciano Nero e sminuendo quasi del tutto la loro dignità di combattenti.
Se un uomo dovesse valere quanto la sua parola, solo a dare un'occhiata sui servizi di rete sociale, saremmo tutti saggi, generosi e valorosi.
Sorrido per chi lancia accuse di esibizionismo, quando egli stesso ha una vita di facciata sul web, magari piena di selfie ben impostati.
Allo stesso tempo mi spiace, per chi ha perso il gusto di incazzarsi di persona, sul serio, perché troppo impegnato a mostrare lacrime, rabbia e dolori dalla sua tastiera.

Una notte, abbiamo ascoltato divertiti, il racconto del diazepam praticato ad una scimmia, accompagnata in pronto soccorso dal proprietario di un circo per  una crisi convulsiva.























giovedì 31 marzo 2016

Cuore di scimmia

Gente di mare che poi di mare non è con lancio di noccioline agli urlatori senza passioni.
Le scimmie hanno un particolare baricentro che permette loro di sollevare e spostare carichi  più che faticosi per gli umani campioni di sollevamento pesi.




La dieta e lo stile di vita sono argomento sempre in voga.
Esistono soggetti fortunati con termogenesi incredibili, che, nonostante fiumi di birra  ingeriti nelle serate giuste e cioccolate e altro ancora, al massimo, intorno ai 35, 40 , avranno una base di pancetta e qualche fastidioso, poco estetico fianchetto.
Del contrario e dell'inverso, dei  rivoluzionari per casa loro , tutto un girone, ben pilotato.
L'obiettivo e le percezioni sono spesso alterate.
La base dovrebbe essere la meta ambita.
Il ritorno alle origini non dovrebbe essere solo titolo di film e romanzi, ma obiettivo concreto.
Ci si dovrebbe alzare ed essere in grado di allacciarsi le scarpe da soli.
Bisognerebbe saper correre, saltare,  nuotare e andare in bici senza fare gli stronzi a prescindere.
Di troppe tastiere e divani si muore dentro, ha ragione chi ha affermato che si deve ridere prima di sé stessi poi, forse degli altri, la via dell'umiltà è dura da digerire.


Un saggio orientale dice che vincere significa sconfiggere la mente conflittuale che si annida dentro di noi.


Per un occidentale medio, è già difficile uscire brutto e spettinato se il momento non lo richiede.

Certo è, che un professionista dello sport, può permettersi una alimentazione più sana rispetto a chi, avendo stili di vita irregolari e spesso logoranti, ha bisogno di più vizi alimentari per sentirsi appagato o per placare in parte le quotidiane frustrazioni.
Il potenziale esce dalla motivazione.
Il mio Guerriero non usa mai gli ascensori, sale le scale sempre, quella signora, con il suo lavoro umile e forse di poche soddisfazioni, trova sempre un sorriso per chi incontra.
Zavorre e zerbini hanno la zeta in comune e troppo spesso si incontrano laureati che hanno solo la laurea e frustrati ingrati al loro stesso pane.

Forse, si era allenato per allenamenti che non esistono, dentro al dolore, ha  dovuto recitare fino in fondo che quel dolore non esistesse.
Per la parola data.
Cuori di emozioni che resteranno sempre, anche senza salire troppe scale.




martedì 26 gennaio 2016

Come L'Acqua di mare






"Sii informe, senza limiti come l'acqua".
Un "piccoletto", forse miope da quanto ho letto, alquanto cazzuto e fetente:
Bruce Lee.
Mi interesso di Arti Marziali orientali solo per cultura e buona dose di curiosità, i miei interessi volgono più sulle Arti Occidentali.
Eppure quest'uomo divenuto leggenda, pieno di passioni e inarrestabile, ha dato una svolta alle culture marzialiste e non solo, di tutto il Pianeta.
Ha saputo fondere senza esagerare, con una piacevole filosofia , le tradizioni dell'oriente con quelle d'occidente.
Da uno sparring uscito perdente, si rese conto che  troppo zen, senza allenamento specifico era ed è poco utile al combattimento reale.
Ha capito l'importanza  del pugilato occidentale: efficace ed immediato e ne ha fatto il suo modello di allenamento.
La praticità mi ha attirato da  sempre, più di ogni fantastica e fantasiosa teoria.
Semplice, duro,  disumano, contrario ai canoni della comune fisiologia, estremamente flessibile e adattabile, il pugilato come l'acqua.
Dai sudori, all'arte, al sociale, al volontariato e al cazzeggio.  Come l'acqua, il pugilato nostrano si spande, si adatta e si apre alle Olimpiadi giuliesi di Cuore Alto.
Troppo spesso la immaginiamo in un mare calmo al tramonto o in un pacifico laghetto, quando essa rappresenta anche i peggiori temporali e devastanti fiumi in piena.











Afanflecainide blu semper







Schivi potenziali seccature e noie ad alta contagiosità, affronti e sfidi dolori e malanni con piacere, ti rialzi, a volte male, da disturbi post-traumatici che non sono quelli belli del cinema.
Mostrare agli altri  situazioni diverse da quello che sono, belle o brutte che siano, non fa parte di questo giro, qui non si ostenta per nessuno, le recite sono in altri cuori.

Ed ecco che ti ritrovi a far pensieri che poche ora prima non avresti fatto.
Non mi spaventa tanto l'idea della morte, mi terrorizza molto più l'idea di una invalidità permanente, che porterebbe a venir meno alle promesse fatte ai miei figli, molto lontane  da quelle di un film al cinema con patatine o al concertino del secolo.

Il vero guerriero minimizza il proprio animo e trova sempre tempo per atti di gentilezza.
Non è mai freddoloso, anche quando ha paura, tenta il sorriso.
A questo dovremmo ambire.

Matthew Stanford Robinson








Un paio di secoli fa, sorrido, insieme agli  angeli rossi , abbiamo tirato fuori da un'auto pericolante su di un fossato, una giovane ragazza umana.
Un lavoro di squadra degno delle migliori regie: un angelo mi ha cinturato, un altro mi teneva per le braghe posteriori, certo che la divisa non si sarebbe strappata, io, pian piano, allineando le gambe della malcapitata e guidando in parte i suoi movimenti, sono riuscito a farla arrivare sull'asse spinale senza aspettare l'arrivo degli altri dei miei eroi, i vigili del fuoco.

A chi lo dite, partirei ora, adesso, per il mare ellenico, o per la Gleason's Gym di New York. Ho comunque altri programmi lontano dal mio amato divano, a volte allestito ad arena per duelli con i figli.
Sorrido ancora, serve da divano e basta ed ha anche bisogno di un buon guardiano. Eppure,  parte importante della vita, lavori e passioni, arti e mestieri non sono tutti uguali e per questo vissuti in modo molto diverso; alcuni ci detestano, altri ci ammirano, altri ancora ci invidiano frustrati,  per qualcuno neanche che esistiamo.













Gli allenamenti della Boxe sono un qualcosa che mescola sudori e sogni, spesso epistassi ed ecchimosi intrisi di anomala magia, che bisognerebbe essere talmente bravi nell'arte dello scrivere per riuscire a descriverne ogni eroica, pazzoide e passionale goccia di sudore omettendo espirazioni forzate ed urlate.

Neanche fossi al titolo mondiale, sentivo la mia adrenalina, quasi riuscivo a vedere la mia tensione nel pre- match.
I sorrisi delle mie colleghe, insieme ai miei  esercizi di respirazione, hanno soppiantato quella balorda, giustificata tensione.



Da sempre, durante gli allenamenti pugilistici invernali, abbiamo intervallato gli esercizi dentro la Palestra a vasche di corsa e diavolerie all'aperto.
Lunedì 18 gennaio 2329, per dare seguito alla tradizione, grazie a Paolo, che mi ha lasciato condurre le danze: a maniche corte, sudati al punto giusto, abbiamo fatto, in netta minoranza ovviamente, i sani di mente sono rimasti dentro, alla temperatura di un grado mi pare, le nostre sessioni di corsa fuori. In tutti sensi.
Con me, Roberto, il mio compagno di pesca in apnea e poi.

Ai miei colleghi, alla Palestra, al Mare.
Ai miei pochi amici, che ci sono sempre.


L’amicizia è in bocca a tanti ma nel cuore di pochi.
(Livia Cassemiro)



A te, non per la  gara, che mi rende fiero ed orgoglioso, per il tuo affetto e per il tuo coraggio, la tua ingenua saggezza, per il tuo essere fin troppo vivace, riesci ad aprire i miei occhi ogni volta come fosse la prima, ogni viaggio con te diventa immenso,tanto che sai cogliere ed apprezzare ogni singolo centimetro che ti circonda. Il fratello che avrei voluto avere.



"Papà, dove vanno a dormire le balene...?"
"Papà vuoi essere un pugile che ti alleni così..."?
La parte migliore di me esce sempre allo scadere.

martedì 5 gennaio 2016

Ghigo e sempre sveglio al molo sud


Come si può pensare di aiutare qualcuno senza prima riuscire a capire, senza prima mettersi nei suoi panni.
P.C. Racamier



In barca a vela e il mare forza sette o anche otto, in realtà tre e mezzo, Mars capisce al volo e si tuffa dalla barchetta che si sta per ribaltare, intanto, io, avevo scelto il ruolo di bambolotto porta fortuna quel giorno e quando l'onda è arrivata, sono andato giù insieme alla barchetta ferendomi solo ad una caviglia.
Poi è arrivata guscio di noce,  barca a vela in legno, progettata e costruita per intero dalle mani e dalla testolina di Ghigos.

Non ricordo se la nostra lunga passeggiata in pattino a remi fosse avvenuta prima o dopo le barche a vela, che comunque non ho mai imparato a timonare.

Un viaggio in auto  in Romania con moka, affettati italiani e decine di controversie amichevoli. in 1800 chilometri di sola andata.
Il ritorno, è stato segnato da una piacevole pasta asciutta appena varcato il territorio italiano.
Il Guerriero del legno è sempre lì, correnti e venti avversi a tratti, mari favorevoli a volte, l'affetto  è difficile da descrivere.
Queste amicizie nessuno le capirà mai ed è un bene.

Una mattina di qualche anno fa,  ho ricevuto la telefonata  di una collega che mi diceva di Cheyenne, era andato a ballare in altri posti a causa di un incidente stradale. Per sempre.
Era diventato Padre la notte precedente.
In lacrime e rabbia, sono andato a svegliare Ghigo, da sempre ottimo  pisolo.
Siamo andati a passeggiare al mare, abbiamo raccolto qualche bella pietra, ricordando i simpatici momenti di irriverenza passati.
Gli amici usano mangiare e bere anche troppo insieme, quelli veri fanno tante altre cose.
Fuori dal lavoro c'è un mondo disse qualcuno, cui forse pesava quel breve dovere.
Il mio mondo è  delle mie passioni, da quel porto in notturna in tutte le stagioni, con il mare che ci guarda sempre.
Le nostre grandi imperfezioni si perdono in quel posto, la notte ne cancella la maggior parte, il mattino  ne aggiunge altre.
Pugile non lo è mai  stato, almeno nel pugilato.  Forgiatore di legno, mastro artigiano e birraio, con lui ci sono sempre  Neve e Cico e le sue piante dai frutti piccanti.
I match più belli, quelli delle discussioni fantagalattiche, che alla fine il mondo non lo salveremo di certo.
La canoa, come fu per Pinocchio, sta prendendo forma, Il borsacchio ci aspetta.