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giovedì 12 febbraio 2015

Il coraggio delle parole

Il potenziale lo troviamo dalla nostra motivazione.

Se poi, si riesce ad avere il coraggio delle proprie parole, siamo sulla buona strada per diventare Guerrieri del nostro tempo.

Ancora non riesco a capire l'atteggiamento da veterano nella matricola, ma questa è un'altra storia, di altri posti.


 
Se la pratica conferma la teoria , vuol dire che l'arte praticata è valida, in quanto troppo spesso, la teoria sembra buona, poi sul campo di battaglia si rivela inefficace perché non realistica.
 
 
Abituati alla paura, e sarai sempre all'erta, come un cervo che attraversa la radura. (Mike Tyson)
 
Il coraggio non può essere contraffatto, è una virtù che sfugge all’ipocrisia.
(Honoré de Balzac)


sabato 7 febbraio 2015

Boxe






Se dovessimo considerare il pugilato solo come uno sport da combattimento, potremmo andare a casa domani mattina o anche prima.

Arte dura,  a volte distruttiva,  affascinante ed unica nelle sfumature romantiche.

Il pugilato è un'arte strana,  nella quale si impara a combattere ed abbattere l'avversario con rispetto.  Nelle palestre di  boxe ci si educa al coraggio, alla fratellanza, all'umiltà.
Ma anche al sorriso, alla bonaria presa in giro, all'abbigliamento dell'ultimo secondo.
All'adattarsi sempre, arrivando ad assomigliare all'acqua che si adatta a tutto e ovunque.
Detta così sembrerebbe una scuola di Santi e non lo è affatto, è una scuola speciale, particolare, strana, al contrario e sottosopra di tutto, dove si impara tanto o niente, dove si vivono romantiche battaglie e si sognano improbabili glorie.

 Ho sentito le scuse più colorate poste come simpatico alibi piazzato ad arte per mascherare la pigrizia nei confronti dell'attività fisica.

Le scarpe.
Una delle più belle è sulle scarpe da corsa o da ginnastica.
Per fare pochi chilometri, magari neanche tre, occorrono  scarpe tecniche, ammortizzate, ma siccome c'è crisi bisogna aspettare.

Spesso in palestra ho dimenticato le scarpe da allenamento , fortunato me che porto quasi esclusivamente scarpe sportive, anche se non tecniche ed ammortizzate.
Resta il fatto che per fare pochi chilometri di corsa non serve nessuna scarpa blasonata,  solo testa e Cuore Alto.

Nel 1996, durante il servizio di leva come aviere, con gli altri ragazzi , andavamo a correre con le superga dell'Aeronautica Militare, essenziali, soletta fin troppo bassa, eppure nessuno si è mai lamentato.
Un giorno, in due, sbagliando percorso, non so come, siamo finiti sotto tiro di una sentinella, che fortunatamente non ci ha sparato, ma ha dovuto segnalare il nostro passaggio da corridori  distratti in zona vietata, che ci ha fatto rimediare una punizione. Tanto poco.

Un  agonista delle nostre palestre ha da tempo  una frattura al naso, io provo a convincerlo ad una visita otorino, una lastra rx,  ma lui, o ha qualche match in programma, o altro di meglio da fare.

La boxe non finisce sul ring o in palestra, è lo stile di vita che rende pugili, donne e uomini.

 Il combattimento agonistico così come quello amichevole in palestra, sono parti importanti della nobile arte, ma non sono tutto, il completo arriva dalle persone che riusciamo ad essere grazie ad essa e con questo si complica tutto.

La superbia andò a cavallo e tornò a piedi e questo, per un pugile, sarebbe allenante, coglierebbe l'occasione per tornare di corsa e fare fiato.


lunedì 2 febbraio 2015

Ricordi della Pugilistica rosetana

"Il pugilato è lo sport che devi assolutamente evitare, è dannoso per la tua colonna cervicale."

Queste, le parole del neurochirurgo mentre valutava la mia risonanza magnetica; di certo,  ha percepito qualcosa, in maniera gentile e professionale,  ha provato ad evidenziare i contro della noble art.
Neanche fossi un agonista che combatte una volta al mese, mi regalo una scazzottata leggera ogni tanto con i miei coetanei, cercando di evitare i più giovani, che magari, anche in buona fede,  appena ti scopri ti scaricano un destro da manuale dritto in bocca.
Durante il ritorno un misto di ricordi mi ha accompagnato fino a casa.
Le corse sul lungomare di roseto con le buste di plastica indossate sul torace per sudare e faticare ancora più del necessario; in quei giorni ancora circolavano fasce e pantaloncini in neoprene.
A fine allenamento mai nessuno beveva acqua,  si aspettava il ritorno a casa.

Mi piaceva  vedere Danilo Di Biagio fare i guanti, velocissimo, simpatico e faccia da duro; ogni tanto tornava ad allenarsi anche Rocco, il fratello, un picchiatore puro, sorridente ma taciturno: Goffredo ci raccontava con emozione delle sue battaglie sul ring, incontri degni dei migliori titoli mondiali.

Gabriele, altro Campione, stile veloce ed esplosivo, in atleta felino che non ha conosciuto sconti negli allenamenti e con grande umiltà ha lascito il suo segno.

Il naso rotto in casa, a Giulianova, è stato il premio per Vittorio, il nostro peso massimo, che con il suo carattere estroso ed i suoi mal di fegato durante le corse verso Campo a Mare, si è conquistato la simpatia di tutta la pugilistica.

Con lui ho avuto un bel rapporto di amicizia anche fuori dagli ambienti della boxe.

Ha avuto la sfortuna, barra fortuna, di incontrare gente che di lì a poco, avrebbe fatto parte della rosa del pugilato italiano.

Ho avuto l'occasione di poter scambiare qualche colpo amichevole con Marco "Scirocco", peso massimo mastodontico, non dimenticherò mai quando sono riuscito a prenderlo con un bel montante, schiantato per bene sul suo nasone.

Per finire, in un paesino di montagna, al mio primo incontro, tanto emozionato quanto frastornato, salito sul ring, ho fatto l'inchino del saluto dal lato dove non vi erano spettatori, ma solo una pianta di olivo.
Canotta azzurra, pantaloncini gialli.
Ho pareggiato.