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sabato 31 gennaio 2015

Traduzione dei ricordi, il manuale

Da noi, a Giulianova, il "plank" si chiama telaio o ponte, i"push-up", piegamenti o flessioni, anche se quest'ultimo non è proprio il termine giusto, tanto, tutti capiscono e sanno cosa fare; i "pull-up" si traducono in trazioni alla sbarra.

Nel gergo  del pugilato nostrano, lo sparring corrisponde ai guanti, "jump-rope" alla corda, il "footwork" al gioco di gambe.

Il Nostro Maestro, alla Pugilistica Rosetana, ci faceva fare il vuoto "in italiano la boxe con l'ombra", a fine allenamento poi, per finire  in scioltezza, o quasi, viste le infinite serie di addominali appesi a testa in giù dal ring come tanti pipistrelli in tenuta ginnica.

Le urla, i gemiti di Nico e Gabriele durante le ripetute al sacco, la boxe fanatica di Rino, mentre io e Tullio cercavamo di giocare alla boxe e appena si presentava l'occasione ci imboscavamo.
Le ragazzate dei ragazzini in palestra.

Luciano, una devozione unica agli allenamenti, atleta serio, umile, puntuale.
I suoi spostamenti sul tronco avevano dell'incredibile:
io stesso, quando Goffredo ci premiava con sedute di "guanti" con i più grandi, ( ad essi era concesso solo parare e schivare), non ricordo di essere mai riuscito a colpirlo per bene.
Spostamenti perfetti, millimetrici, fatti in un gioco di calma e padronanza dell'arte.

Il  Maestro, figura fiera e carismatica, solo il fatto che ti rivolgesse la parola per "comandare" un esercizio era di per sé gratificante ed egli era bravo a dare la giusta attenzione a tutti, dai professionisti, a noi ragazzetti a tratti indisciplinati, anche nell'affetto.

Intanto Emidio, il padre di Nico, era sempre con noi, aiutava Goffredo, si allenava lui stesso ed ogni giorno ci portava e riaccompagnava dalla palestra, era come una balia per tutti noi, un padre. Nelle palestre americane i personaggi come lui vengono chiamati "staff".

Giovedì scorso, 29 gennaio 2015, torno ad allenarmi a Tortoreto, in solitario, dedicandomi più che altro, ad esercizi posturali che ho reso più dinamici e meno noiosi di quelli tradizionali, per riabilitare almeno in parte, le mie vertebre cervicali.

E' tutt'ora in corso l'ondata delle influenze, delle tossi infinite, dei boicottaggi delle aziende farmaceutiche a danno della popolazione, e lui, l'altro Maestro di altre  generazioni, è sempre lì, ad allenarsi e insegnare e dare mille spiegazioni sulle traiettorie dei diretti, dei ganci, dei montanti e degli spostamenti.
Hanno detto che l'influenza è andata a casa sua ed è fuggita  a zampe levate, con tanto di presa per i fondelli.

Non ho potuto aspettare l'arrivo di Luciano con il suo fischietto con marsupio annesso,  per il turno degli agonisti.

Il tempo, come il mare,  riesce a scalfire la roccia, ma  non questa gente.








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