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venerdì 24 ottobre 2014

Cantine dei sogni

Dove vi è spazzatura senza raccolta differenziata, la boxe è lì: l'unica speranza di una vita dignitosa con sogni di gloria, fama e fame di qualcosa di indefinito.
Nel retro di qualche officina,  in lugubri cortili con tanto di stracci stesi, sotto improbabili scantinati senza luce, con tanto muschio da farci cinque o sei anni di Presepi.
Spesso la luce del pugilato è fatta solo di pura immaginazione, o al massimo da una vecchia lampadina che illumina male.
Copertoni, mattoni, parti meccaniche di auto e camion, io stesso ho visto un tizio allenarsi con un palo di cartello stradale divelto.
Un disegno di miseria e disperazione miste a tanta rabbia e altre sorprese.
Questo è quanto si legge, quanto si racconta, tra fumo di sigari e sigarette, puzza di sudori e profumi di niente.


Nella nostra palestra, la metratura è sobria e quando gli atleti sono troppi, abbiamo uno strano spazio a castello di cartapesta comprensivo di pensieri felici privi di senso logico.
Un Ring, tre sacchi, un bilanciere, pesetti da uno e due kg per il vuoto ed altri attrezzetti, che con buona dose di fantasia, possono diventare strumenti per allenamenti post-moderni.
Ginnastica a corpo libero, corda, corse e balzi in scioltezza,  immancabili smorfie e gemiti.
Tecnica e vasche anche a meno 10 fuori.
Nel caso di un eventuale trasloco dall'attuale sede, la Palestra, resterebbe sempre la più bella del Mondo.
La passione smisurata di alcuni uomini ha creato il sogno, che non è nello spazio.
E' nella Guardia Alta e dentro le maglie bagnate di sudore.
Abbiamo cercato, ma ad oggi, non vi sono tracce di rabbia e disperazione, lo squallore non è mai venuto a farci visita, in compenso, nel lussuoso spogliatoio, vi si trova un mega contenitore, con il quale giochiamo a pallacanestro grazie alle bottigliette di shampoo vuote.
Per i più stanchi, la doccia è provvista di una sedia in plastica presa in prestito dal vicino centro benessere.






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