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lunedì 23 luglio 2018

Orsi senza palestra

Una cavolo di distorsione al ginocchio mai trattata, poiché "guarita" con qualche giorno di riposo in un settantenne che ha fatto della dignità il suo marchio di fabbrica, della sua semplicità, la sua arma disarmante.
E poi, per un' ustione nel 1832, quel tizio, cui, forse non ebbe mai esempi di mascolinità di cui sopra, per una bruciatura appena accennata, del diametro di 2 centimetri scarsi, avrebbe allertato soccorsi degni di un campo di battaglia.
Nonostante la terapia antibiotica in corso da due o più giorni, prescritta da un timoroso e demotivato medico condotto di pessima condotta, la febbre non accenna a batter ritirata, il consulto di un'ambulanza o  più professori ci calza male, ma la si fa calzare comunque, senza pudore.
Elucubrazioni simil-intellettuali dettate solo dall'arrogante titoletto di studio, magari favorito dal solito ziopà, solo a cercare giustificazione, senza soluzione alcuna, da coloro, che neanche della cultura base a tavola, del buon mangiare e del buon vivere, nulla sanno, in perenni riferite diete che se dovessero seguire sarebbero ormai, mummie viventi.
La disciplina, la forza di volontà anevrotica, la dignità e la semplice naturalezza all'adattarsi agli eventi della vita, la sconosciuta resilienza... Tutti talenti che dovrebbero avere gli altri, per essere graditi, gradevoli o appetibili a fiumi in piena di logorrea egocentrica in autogestione di sé fallimentare quanto la salita dei salmoni nelle fauci degli orsi, che sornioni, aspettano.
E nonostante tutto, Orso che ride, sorride.


Agli Uomini.



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