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venerdì 22 novembre 2013

Pratica sincera

Esiste un segreto per imparare al meglio il pugilato: esercitare il più possibile le schivate, gli spostamenti, i jab, i ganci e i diretti. Tutti i giorni, o sempre,  per un numero non inferiore a quello vicino allo sfinimento. No, non sono deliri dettati dal fanatismo, solo la semplice, atavica, arte dei pugilatori.
Bisogna anche abituarsi a tenere la pressione dei colpi dei compagni di allenamento e degli avversari.








Non di rado, neofiti della boxe, a volte anche esperti di difesa personale o praticanti di arti marziali che non prevedono un minimo di contatto fisico, quando si trovano a fare sparring, non sono in grado di reggere la pressione dei colpi e anziché bloccare o schivare i colpi, in maniera poco nobile,  "offrono" la schiena.
Come  ribadito in un ormai film, " nella boxe si fa tutto al contrario, la gente comune rifugge il dolore, i pugili gli vanno incontro..."

Tranne casi eccezionali, non tutti sono predisposti ad affrontare il sintomo dolore dato dai guantoni di un compagno di allenamento.

A volte, mozzarelle e  scamorze a breve scadenza, più veloci  di lingua che di fatti, riferiscono vanti ed allenamenti riguardo la Nobile Arte che magari hanno visto solo nella loro bella fantasia.
Addirittura presunti anni di pratica, ridotti in realtà a pochi giorni di presenza, spesso da zavorre.

Inutile dirlo, il pugilato vero non è per tutti,  è per pochi, fascinosi folli che ci mettono la faccia in tutti i sensi.
E il segreto per apprenderlo al meglio, è quello di una pratica costante e sincera protratta nel tempo.

Unita ad uno spirito sorridente e come vuole il motto del pugilato giuliese, con Il Cuore Alto e l'ormone pronto.

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